Mare

Il Parco naturale Strugnano è l’unica area protetta in Slovenia a livello statale che comprende anche le acque marittime; include infatti una fascia di mare adiacente alla costa, larga 200 metri (e ulteriormente protetta nell’ambito della Riserva naturale di Strugnano), e l’intera Baia di Strugnano fino a Pazzugo.

Mare di Strugnano

I diversi tipi di fondale marino e le condizioni di vita nei singoli piani del mare compongono un collage di habitat con una fauna e flora vivaci. Accanto al monumento naturale della Punta Madonna, il punto estremo della Penisola di Pirano, la zona marina della Riserva naturale di Strugnano costituisce l’area di varietà biologica più ricca nel mare sloveno.

La costa, la zonazione dell’ambiente marino e i tipi di fondale

Non tutti tipi i di roccia che compongono il flysch e si sgretolano dalle pareti della falesia sono ugualmente resistenti agli impatti naturali: i detriti dell’arenaria, smussati dal moto ondoso in ghiaia, costituiscono la tipica costa rocciosa, la marna si disintegra rapidamente ed è uno degli agenti principali nella formazione del fondale limaccioso, mentre le rocce più resistenti sono gli occasionali blocchi calcarei, staccatisi dagli strati più spessi del flysch, che possiamo incontrare in alcune parti della spiaggia e nei bassifondi del mare.

Nell’area del parco si possono trovare quasi tutti i tipi di fondale marino caratteristici della costa slovena, con l’esclusione di quello calcareo, che è presente, in scala ridotta, solo nella zona di Isola.

Il fondale roccioso è colonizzato da organismi che per la loro crescita richiedono un substrato fisso. Il fondo duro è in gran parte coperto da alghe e spugne, con i sassi più grandi e i massi che fungono da nascondigli per granchi e pesci più grossi.

I molli fondali sabbiosi e limacciosi nelle parti meno profonde del mare ricevono sufficiente luce solare perché vi si possano formare praterie marine che offrono riparo a numerose specie animali, mentre in profondità più elevate e poco illuminate la vita marina si trasferisce per lo più all’interno del substrato, dandogli un falso aspetto desolato.

Piano sopralitorale

Il finocchio marino (Crithmum maritimum) è una pianta alofila che cresce sul piano litorale in suoli con forte salinità.

La littorina nera (Melarphe neritoides) è un piccolissimo gasteropode che segna l’estremità della zona degli spruzzi. Quando è esposto all’aria, durante la bassa marea, può sigillare la sua conchiglia usando l’opercolo e può sopravvivere così anche per diversi mesi.

Il piano mesolitorale

  • Il balano Chthamalus depressus ha un carapace che lo protegge dalla disidratazione e dai raggi del sole durante i periodi della bassa marea. Quando la marea si rialza e il mare lo ricopre, l’animale sporge dal suo carapace le appendici del torace trasformate in cirri per filtrare il plankton dall’acqua.
  • La quercia di mare (Fucus virsoides) è un’alga bruna, attaccata alle rocce e ricoperta di muco che la protegge dall’essiccazione durante la bassa marea. È una pianta endemica, vive solo nell’Adriatico.
  • Il marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) fa parte della famiglia dei cormorani. È un ottimo nuotatore che può tuffarsi fino a 80 m di profondità per prendere la sua preda. Dalla fine della primavera all’autunno, più di 1.500 esemplari, ossia l’11 per cento della popolazione globale di questa sottospecie, soggiorna sul mare sloveno. In Slovenia, il marangone dal ciuffo è una specie avicola protetta.

Il piano infralitorale

Le condizioni di vita migliori nel piano infralitorale, perennemente sommerso, favoriscono una grande varietà di organismi. Gli animali e le piante che lo abitano sono creature marine vere e proprie, che non sono in grado di sopportare emersioni neanche per brevi periodi di tempo.

Sul fondale roccioso

Il paesaggio tipico del fondale duro e ben illuminato dai raggi solari è ricoperto da diversi tipi di alghe: tra le alghe verdi la famiglia Codium e l’ombrellino di mare, e tra quelle brune la coda di pavone. L’alga bruna della famiglia Cystoseira è capace di formare delle piccole foreste a pelo d’acqua popolate da diversi organismi, in particolare i nudibranchi, i poriferi e gli echinodermi, e tra i pesci soprattutto bavose, ghiozzi e sparidi.

I grossi massi, peculiarità del Parco naturale Strugnano, con le loro numerose grotte, incavi e fessure sono nascondigli perfetti per grossi pesci come la corvina, il tordo merlo e il grongo, e tra i granchi la granceola piccola e il granchio facchino. Un’abitante particolarmente interessante del fondale a sostrato duro è la madrepora a cuscino, che nel Mar Mediterraneo forma banchi di corallo.

  • Il dattero di mare (Lithophaga lithophaga) è un mollusco bivalve che, per adesso, non si può ancora allevare. Cresce in modo estremamente lento, gli ci vogliono da 3 a 5 anni per un solo centimetro! Si insedia all’interno delle rocce calcaree, corrodendole mediante le secrezioni acide e crivellandole con il piede. I raccoglitori di datteri recano gravi danni all’ambiente marino, poiché utilizzano metodi devastanti per la pesca di questi molluschi, anche esplosivo. In questo modo non compromettono solo le popolazioni del dattero di mare, ma anche quelle di numerosi altri organismi che nelle cavità delle rocce trovano rifugio, cibo e siti di riproduzione.
  • La cistoseira barbata (Cystoseira barbata) è un’alga bruna che forma associazioni di cespugli alti fino a 50 cm, nei quali trovano dimora i pesci costieri. L’habitat con il genere Cystoseira è un ambiente naturale di spiccata biodiversità. Sebbene nelle acque della Riserva naturale Strugnano esso sia ancora fortemente rappresentato e ben conservato, nella più ampia area del Mediterraneo è stato già identificato come uno dei tipi di habitat a rischio.
  • La donzella (Coris julis) è un pesce termofilo, giunto al mare sloveno dalle zone più meridionali dell’Adriatico dopo il rialzo della temperatura delle acque poco profonde del Golfo di Trieste.
  • Con il suo giallo acceso, la verongia (Aplysinaa erophoba) è una delle rappresentanti più tipiche dei poriferi nel mare sloveno.
  • La madrepora a cuscino (Cladocora caespitosa) è una specie animale che costruisce scogliere coralline nelle acque fredde. Nel 2011 e 2012, le temperature estreme del nostro mare hanno causato mortalità e danni – il cosiddetto sbiancamento – alle colonie di questi organismi. È noto che i mutamenti climatici incidono maggiormente sulle specie marine che sono comunque già minacciate dall’ancoraggio, inquinamento e dall’acidificazione degli oceani, e per questo sempre più rare.

Nelle praterie sottomarine

Le praterie sottomarine sono buoni indicatori della qualità dell’acqua. Anche se come bagnanti siamo poco entusiasti di incontrarci con le loro foglie nastriformi galleggianti – un fenomeno, comunque, perfettamente naturale, come la caduta delle foglie dagli alberi in autunno – dovrebbe consolarci il fatto che la loro presenza prova che l’acqua è pulita.

Le fanerogame del Parco naturale Strugnano – la cimodocea, la zostera di Nolt e la zostera marina – coprono i poco profondi fondali sabbiosi in distese di praterie subacquee. Vivono fino agli 8 metri di profondità, dove ricevono ancora luce sufficiente per la produzione fotosintetica. I prati sono l’habitat per cavallucci marini, giovani pesci, policheti tubicoli, seppie, polpi, ricci di prateria, cetrioli e tartufi di mare, nonché il mollusco mediterraneo più grande: la nacchera.

  • La nacchera (Pinna nobilis) è il più grande bivalve presente nel Mar Mediterraneo, può raggiungere anche 120 centimetri di lunghezza. Poiché è fissato saldamente con la sua parte appuntita nel fondale mobile, serve da appoggio a diversi tipi di invertebrati e alghe, spesso nascondendo al suo interno anche il granchio pisello (Pinnotheres pinnotheres). La nacchera è un animale endemico del Mediterraneo e una specie protetta nel mare sloveno, a rischio d’estinzione a causa dell’ancoraggio e inquinamento, nonché dell’ignoranza di chi la raccoglie per portare via un ricordino delle vacanze.
  • La cimodocea (Cymodocea nodosa) è la più diffusa delle tre specie di angiosperme marine presenti nelle acque del parco. Queste piante sono fondamentali per la produzione di ossigeno nel mare e rappresentano un habitat importante per una moltitudine di specie animali.
  • Lo spirografo (Sabella spallanzanii) è un anellide polichete che vive all’interno di un tubo calcareo prodotto da lui stesso, dal quale sporge solo un ciuffo di branchie colorate che può ritirare nel tubo o persino perdere in caso di pericolo, per poi farlo ricrescere in poche settimane.
  • Il cavalluccio marino (Hippocampus guttulatus) è un pesce distinto dalla posizione eretta e, come il cavalluccio camuso (Hippocampus hippocampus), una specie a rischio compromessa soprattutto dalla vendita di esemplari essiccati come souvenir.
  • La castagnola (Chromis chromis) è l’unico pesce corallino dell’Adriatico.

Sul fondale limaccioso

Il tipo di fondale più frequente nel mare sloveno è quello limaccioso. In questo ambiente solo apparentemente umile si possono osservare moltissimi animali che strisciano sul fondale, ci si interrano e ci attecchiscono, per esempio le stelle serpentine, i tunicati, le stelle marine, i ricci di mare e le attinie. Che ci sia vita anche qui è indicato dai fori nel fondo fangoso dove vivono decapodi e molluschi. Gli organismi che colonizzano substrati limacciosi sono severamente minacciati perché questo tipo di fondale consente l’utilizzo di diversi attrezzi da pesca.

  • Il paguro bernardo (Paguristes oculatus) si circonda di diversi tipi di alghe e attinie che lo proteggono e in cambio ricevono cibo da esso. Questa forma di vita associata fra individui di specie diversa, con beneficio reciproco, viene chiamata simbiosi.
  • Le stelle serpentine (Ophiuroidea) sono una classe degli echinodermi. Nella forma rassomigliano alle stelle marine, ma nelle stelle serpentine le braccia che si diramano dal disco centrale sono nettamente separate tra di loro.
  • La tartaruga marina (Caretta caretta), ospite regolare del nostro mare, è una delle specie marine mediterranee a rischio di estinzione. Varie decine di questi animali vengono catturate accidentalmente ogni anno nelle acque slovene, la maggior parte di esse non sopravvive. Oltre alle reti da pesca, le tartarughe marine sono vulnerabili anche alle imbarcazioni a motore e alla degradazione dell’ambiente marino.
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